I 4 fattori sembrano influenzare la performance sportiva in maniera gerarchica, così come sono stati appena presentati: dove l’elemento primario è il ritmo, e via a scalare fino all’associazione mentale.
La ricerca ha inoltre individuato cinque capacità che possono essere condizionate dalla musica, responsabili di un probabile incremento della prestazione, sia in allenamento che durante una competizione.
Dissociazione: durante l’esercizio, la musica può restringere l’attenzione, distraendo la mente dalle sensazioni di affaticamento. In altre parole l’ascolto musicale abbassa la percezione di sforzo e promuove stati emotivi positivi. Nello specifico, sembrano emergere gli aspetti positivi dell’umore come vigore ed euforia, mentre vengono mitigati quelli di tensione, depressione e rabbia. Questi effetti si manifestano solo per esercizi di intensità bassa o moderata, mentre per sforzi molto elevati la percezione di fatica annulla l’impatto della musica; i processi attentivi in questo caso vengono dominati dal feedback fisiologico, come la frequenza respiratoria e l’accumulo di acido lattico. Tuttavia ad elevata intensità incrementa la sensazione esperienziale: la musica fa sembrare il duro allenamento più divertente, modellando il modo in cui il cervello interpreta i sintomi di affaticamento.(Bishop e Karageorghis, 2007)
Regolazione dell’attivazione: la musica altera
l’attivazione emotiva e fisiologica e può essere utilizzata prima di una
competizione o di un training di allenamento come stimolante o come sedativo,
per calmare o placare sensazioni ansiogene. Molti atleti utilizzano musica
potente per attivarsi, mentre selezioni più soft possono aiutare a rilassarsi.
Mentre i processi fisiologici tendono a reagire alle componenti ritmiche della
musica (ci si attiva in base alla velocità dei brani), sono spesso testo e
associazioni extra musicali che regolano l’impatto emotivo.
Sincronizzazione:le ricerche hanno mostrato che la
musica sincronizzata con l’esercizio produce un aumento nei livelli di
prestazione. Questo avviene per molte attività come la corsa, il canottaggio,
il ciclismo, lo sci di fondo e più comunemente per le attività aerobiche in
palestra. Il tempo musicale può regolare il movimento e prolungare la
performance. I movimenti sincronizzati con la musica rendono la prestazione più
efficiente e più resistente.Al contrario la musica di semplice sottofondo,
definita utilizzo di musica asincrona, si dimostra meno efficace e perde quasi
totalmente di effetto se applicata a sport impegnativi.
Acquisizione
di abilità motorie: la musica crea l’opportunità di esplorare differenti piani
di movimento e incrementare la coordinazione. Vi sono tre possibili spiegazioni
per motivare l’apprendimento attraverso la musica. Primo, la musica replica
delle forme ritmiche di movimento e locomozione, quindi può trasportare il
corpo verso pattern di movimento efficaci, fornendo una visione analogica del
suono. Secondo, il testo di una musica scelta ad hoc può rinforzare alcuni
aspetti della tecnica sportiva (premi! Salta! Gira!...). Terzo, la musica può
rendere l’ambiente più divertente ed incrementare la motivazione intrinseca ad
apprendere. Questo elemento appare importante specialmente per
l’applicazione in ambito evolutivo, nei giochi motori con i bambini.
Raggiungimento
dello stato di flow: la logica implicazione di tutte le precedenti scoperte è
che la musica può aiutare ad entrare nello stato di flow, ossia di totale
motivazione intrinseca, attenzione e concentrazione, ideale per raggiungere la
massima prestazione sportiva possibile.
In ambito
applicativo, un punto di partenza fondamentale è considerare il contesto in cui
si vuole utilizzare la musica. In particolare, in quale tipo di attività
saranno impegnati gli atleti (bassa, media, elevata intensità? Allenamento o
pre-gara?) e qual è lo scopo della musica (attivare, rilassare, distrarre?).
Ad ogni
modo, dato che le preferenze musicali sono una scelta personale, non sembra
particolarmente utile imporre agli atleti quale musica ascoltare. Risulta
invece essenziale informare e tenere a mente delle piccole linee guida, in modo
che sia più probabile che la selezione musicale degli atleti porti agli effetti
desiderati.
In caso di
lavoro con gruppi o squadre, l’allenatore o trainer potrebbe richiedere una
lista di brani preferiti dei singoli atleti e stilare una playlist in base a
quelli che riscontrano più preferenze e che si adattano meglio al lavoro che si
andrà ad effettuare.
www.chiarafrancesconi.it/letture/26-musica-psicologia-dello-sport.htm
Ho sempre pensato che la musica aiuta in tutto e questo articolo fa capire che è vero. La musica è miracolosa!
RispondiEliminadi certo la musica è un buon coadiuvante nello sport, per la concentrazione, per rilassarsi e sicuramente anche per il ritmo, come infatti in alcuni sport. Nella sport in effetti la sconnessione dal mondo reale e di per se la musica hanno un certo felling con la concentrazione nello sport
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